Ognuno affronta l’esperienza Subacquea a modo suo ed entra a far parte della famiglia quasi per caso, qualcuno frequenta e poi lascia, alcuni una volta entrati in famiglia non ne escono più e rimangono estasiati da questo mondo, si fanno prendere, avvolgere e trasportare via cambiando abitudini, stili di vita persino città e lavoro nei più determinati e sognatori. Alcuni la usano per uscire dalla routine quotidiana,ad alcuni serve per rilassarsi,ad alcuni per meditare, alcuni cercano specie di pesci o invertebrati da guardare,da analizzare o da fotografare, alcuni sono ossessionati dalla perfezione teorica e pratica della disciplina, altri cercano l’attrezzatura perfetta.

Tutti abbiamo in comune una cosa..la voglia di andare sott’acqua!

Tutti abbiamo in comune una cosa..la voglia di andare sott’acqua! La voglia di dedicarsi per quei 30 / 40 / 50 minuti ad una sola cosa, lasciando nella borsa i telefoni e parlandosi a gesti con persone che probabilmente hai conosciuto pochi minuti prima e con cui ti troverai a condividere gioie e paure,abilità e disabilità (ebbene si a volte anche quelle) senza preconcetti e con un obiettivo comune…

GODERSI L'IMMERSIONE!

Quello che mi lascia perplesso quando parlo con miei colleghi ma anche con i miei compagni di subacquea è quella lotta intestina che ci portiamo dietro e che porta spesso a dividere moltissime comunità di subacquei all’interno di piccole realtà nelle città marinare. Non mi piace essere esterofilo ma purtroppo l’ho riscontrato molto di più in Italia che nel resto del mondo e di questo mi dispiaccio.

Spesso,nei miei viaggi di subacquea, la domanda che fa eco è “ CHE DIDATTICA HAI ? ”

Come se fosse necessario sapere il marchio per farsi un'idea del Buddy che ti è stato assegnato (o che ti sei scelto).